Pubblicato su politicadomani Num 89 - Marzo 2009

L’impatto del piano
Aiuti di stato per la disoccupazione

Si allarga la sfera di applicazione dei provvedimenti per sostenere chi ha perso il lavoro. La responsabilità degli Stati. Le critiche

Molti lavoratori part-time, a basso reddito e donne che hanno perso il lavoro potranno usufruire delle misure per la disoccupazione contenute nel piano anticrisi votato dal Congresso degli Stati Uniti. Il New York Times riporta che, secondo le stime ufficiali, si tratta di oltre mezzo milione di persone.
Incentivi per la disoccupazione verranno dati ai singoli stati, a condizione che gli stessi osservino determinati criteri nella assegnazione dei benefici.
Della cifra stanziata (complessivamente oltre 10,5 miliardi di dollari di aiuti statali), 7 miliardi andranno a coprire certe categorie prima escluse, come i lavoratori part-time e quelli impegnati in programmi di formazione professionale e addestramento.
Il calcolo del sussidio dovrà essere fatto tenendo conto delle paghe più recenti e non di quelle un po’ più vecchie, come in molti stati viene generalmente fatto. Inoltre, avranno diritto agli aiuti solo quegli stati che accolgano nelle loro leggi almeno due delle quattro direttive indicate nel piano nelle quali sono stabilite le condizioni perché un lavoratore disoccupato possa accedere all’assegno di disoccupazione. Quindi, per ricevere le somme stanziate, molti stati dovranno modificare la loro legislazione e adeguarsi alle direttive del Governo.
Gli aiuti sono stati divisi in due trance. Una prima, pari a un terzo del totale, è destinata a coprire i costi del sussidio corrispondenti alla differenza fra la cifra calcolata con il sistema della paga più recenti e quella calcolata con il vecchio sistema. Una seconda trance, pari ai due terzi della somma stanziata, dovrà coprire le somme aggiuntive destinate a tutti coloro che rientrano nelle categorie indicate dal Governo e che prima erano esclusi dai benefici.
Le quattro direttive prevedono che possono avere il sussidio di disoccupazione le seguenti categorie di persone:

  1. coloro che sono in cerca di lavoro part-time;
  2. coloro che hanno lasciato il lavoro per necessità urgenti di carattere famigliare (ad esempio, per la malattia di un figlio, o per ragioni di violenza o abuso in famiglia);
  3. i datori di lavoro che hanno bisogno di danaro extra per i dipendenti che hanno diritto ai benefici;
  4. i lavoratori che avendo esaurito il beneficio dell’assegno di disoccupazione sono impegnati in programmi di formazione e addestramento.

Si tratta, evidentemente, di un aiuto di cui saranno beneficiarie soprattutto le donne, che occupano i due terzi dei lavori part-time e che sono impegnate nelle cure della famiglia.
Alcuni stati - Maine, New Jersey, New Mexico, New York -, osserva il quotidiano di New York, sono già molto generosi con chi è stato espulso dal mondo del lavoro. Diciannove stati sono in regola solo per quanto riguarda il calcolo del sussidio. Altri debbono modificare la loro legislazione. La California, ad esempio, che pure è molto generosa con i suoi disoccupati, potrebbe perdere i previsti 900 milioni di dollari di aiuti statali perché per il calcolo del sussidio usa buste paga datate.
Molti stati, dove già da tempo è in corso un dibattito sull’allargamento dei benefici per la disoccupazione, sono pronti a modificare le loro leggi. Una modifica che favorisce non poco anche politicamente gli attuali governi e governatori.
Altri stati, come l’Oregon, sono perplessi sulla validità del progetto a lungo termine. I 90 milioni di dollari di aiuti statali stanziati per l’Oregon saranno esauriti in non più di tre anni - dice Laurie Warner, direttore del dipartimento di stato che si occupa dell’occupazione e che ha previsto che i sussidi alla disoccupazione durino per parecchi anni -, allora la spesa diventerà insostenibile e per farvi fronte occorrerà aumentare le tasse dall’attuale 1,97 percento della paga al 3,08 percento. 
Bilanci statali insostenibili e aumento delle tasse nel lungo periodo sono le ragioni prime dell’opposizione al piano di finanziamento dei sussidi alla disoccupazione. “Abbiamo sempre fatto progetti sul lungo termine - afferma Douglas J. Holmes, già dirigente dell’Ufficio Servizi sul Lavoro dello stato dell’Ohio e ora presidente di UWC-Strategic Services Unemployment and Workers Compensation (una sorta di ufficio studi per la disoccupazione e la cassa integrazione) -. Ora, invece, siamo costretti a fare progetti a breve e sotto la pressione dell’emergenza”.
Desta perplessità anche il proposito di interrompere gli aiuti statali una volta superata la crisi. “Gli stati certamente continuerebbero a battere cassa”, è la convinzione di  Jim McDermatt, un democratico dello stato di Washington, il quale tuttavia aggiunge che “il paese si trova in una crisi molto grave e costringere gli stati a modernizzarsi è nel migliore interesse dei lavoratori”.

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Num 89 Marzo 2009 | politicadomani.it